È la prima volta in 20 anni che guido con un gilet di protezione. Finora, non avevo ancora avuto l’occasione di provarne e non avevo nemmeno avuto la voglia dato che pensavo che non facesse al caso mio. Il gilet Acerbis Scudo 2.0 invece mi ha fatto cambiare idea. Non arrivo a dire che l’ho adottato, ma ora capisco perché molti piloti amano guidare con questo tipo di protezione.
Conforme alle normative, of course
Prima ancora di parlare del prodotto, c’è una caratteristica molto importante che c’è da sapere per questo tipo di protezione: dev’essere conforme alle normative. Sebbene sia obbligatorio solo in gara (anche se con tutte le fratture che ho te lo consiglio anche in allenamento), il gilet conforme è imposto dalla Federazione Francese di Motociclismo (FFM).
Riassunto per il motocross o l’enduro in competizione per la Francia (articolo 8.9 del regolamento FFM):
Protezione dorsale e pettorale: Obbligatorie
Normativa CE e marchio FFM obbligatorio.
Per le protezioni senza il marchio FFM:
· Protezione pettorale: La normativa EN14021 è altamente raccomandata;
· Paraschiena: La normativa EN 1621-2 è obbligatoria;
· Gilet integrale (pettorale e paraschiena integrati): La normativa EN 1621-1 o 1621-2 è obbligatoria e la normativa EN 14021 è altamente raccomandata.
La buona notizia è che il gilet Acerbis Scudo 2.0 è conforme a queste 2 normative con una certificazione EN 1621-2 per il paraschiena e EN 14021 per la protezione pettorale. Ti consentirà quindi di passare tutti i controlli tecnici pre-gara senza alcun problema.
Anche le protezioni sui gomiti e le spalle del gilet sono certificate, sebbene la normativa [francese] in questione non sia ancora obbligatoria per queste protezioni.
Gilet Acerbis Scudo 2.0, una sensazione di sicurezza
Lo confesso, se non avevo mai avuto voglia di provare un gilet, è perché avevo paura di stare un po’ stretto e quindi non abbastanza libero nei movimenti. Allora ho fatto i primi giri con un po’ di apprensione ma soprattutto parecchi pregiudizi.
A dirla tutta, mi ci sono voluti 10 minuti abbondanti per trovare la misura adeguata visto che volevo fosse perfettamente regolato. Il vantaggio di questo gilet è che è dotato di molteplici cinghie per trovare la regolazione più adatta ai più per le gomitiere e le spalline. Una volta ben sistemato, dimentichi in fretta che il gilet può sembrare imponente. I miei primi giri, non proprio a mio agio, hanno lasciato spazio a giri sempre più rapidi dato che mi sentivo in sicurezza. Che è il punto positivo per me di un gilet e più particolarmente di questo qui: non hai paura di cadere perché ti senti protetto.
E per aumentare questa sensazione di sicurezza grazie al suo essere fit, l’Acerbis Scudo 2.0 è disponibile in 3 taglie (S/M, L/XL, 2XL). Io sono alto 180 cm per 72 kg (oops, non avrei dovuto dirlo?) e ho scelto la prima taglia disponibile che, a livello di larghezza/lunghezza, mi sta perfettamente.
A completare il tutto, il gilet possiede già una cintura lombare. Io stesso, ho guidato a lungo con una cintura (che non era integrata al mio corpetto) visto che protegge e rinforza la parte bassa della schiena. Trovo che quella del gilet Acerbis Scudo 2.0 svolge perfettamente le sue funzioni e dà sollievo alla zona lombare. È però un po’ lunga e ha avuto tendenza a far uscire la maglietta dai miei pantaloni e a farli così abbassare. Di conseguenza, taglierei sicuramente 2-3 cm dal lato del fondoschiena per evitare che capiti troppo spesso. Da notare che togliere un pezzetto di paraschiena non cambia nulla per l’omologazione. Il top sarebbe stato di avere la cintura in modalità staccabile o di poter togliere l’ultima protezione lombare.
Compatibile con i collari?
Ovviamente sì… ma anche no, quantomeno per me!
L’ho provato con due marche di protezioni cervical diverse ed entrambe funzionano benissimo con l’Acerbis Scudo 2.0. Tranne che nel modo in cui sono abituato io a mettere il collare. Ti spiego: se guidi con il collare messo sopra il gilet (sia davanti che dietro) allora è perfetto, come è il caso di tutte le protezioni più recenti sul mercato. Nel mio caso, l’abitudine fa sì che il davanti del collare sta sopra e il dietro sotto il corpetto, sulla pelle, per essere a contatto diretto con la parte che deve proteggere: la colonna vertebrale – ognuno fa come sente rispetto alla domanda «come portare una protezione cervicale»!
Ed ho riscontrato un problemino quando ho cominciato a guidare col gilet e la protezione messe in questo modo. Effettivamente, il bordo del collo in materia molto leggera non è abbastanza spesso per trattenere le patte di fissaggio del mio collare. Al primo balzo, il collare ha scavallato e mi ha creato un po’ di fastidio spingendo il casco.
In sintesi: se porti una protezione cervicale sopra il gilet (come fanno la maggior parte dei piloti) è perfetto.
Un po’ caldino
Lo confesso, finora non capivo come i riders potessero guidare con solo un gilet indosso (senza maglia sopra). Per me, intacca lo stile.?
Ma provando questo gilet mi sono reso conto che la maglia larga del gilet è molto traspirante e quando porti una maglia sopra, fa subito caldo (è vero, facevano 30°C quando l’ho provato). Si perde completamente l’interesse e l’efficacia della maglia. Perciò, in inverno la maglia ci sta bene, ma passati i 25°C fa un po’ troppo caldo.
Un altro aspetto; penso che le maniche staccabili sono un punto a favore per un gilet e quest’ultimo non ne dispone, al contrario del gilet Acerbis MX Jacket Soft 2.0, testato in precedenza. Sotto i 30°C durante il mio test, sarebbe stato fantastico poter togliere le maniche, oltretutto non sono un fan delle gomitiere.
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